QUESTIONE UMBERTO I
L'ospedale di Fasano, al momento, non si tocca: parola di Amati e Carparelli
L'assessore regionale e la candidata sindaco del centrosinistra a Fasano hanno incontrato il presidente Vendola e l'assessore Attolini.
FASANO - Fino a quando non si avrà un dato oggettivo reale della nascita di una nuova struttura ospedaliera sul territorio l'ospedale di Fasano non sarà chiuso. Ad assicurarlo, nel corso di un'apposita conferenza stampa tenutasi ieri nella sala Finocchiaro della Regione Puglia, l'assessore regionale Fabiano Amati («nel ruolo di consigliere regionale del Partito Democratico in quanto essendo un'iniziativa che si interseca nella campagna elettorale è giusto che si scindano le due figure per evitare ogni sospetto di strumentalizzazione» ha precisato subito Amati) e la candidata sindaco Stella Carparelli. Ai giornalisti sono stati presentati gli esiti dell'incontro avuto poco prima con il Governatore Nichi Vendola e l'assessore regionale alla sanità Ettore Attolini. «Abbiamo avuto questo incontro – spiega Amati – e il dato che mi sento di poter confermare è che l'ospedale di Fasano non sarà chiuso fino a quando iniziative concrete, di recente ho detto ad esempio un bando, non si vedranno per la realizzazione di un grande ospedale al servizio dell'area a nord della provincia di Brindisi e/o, e ribadisco e/o, a sud di Bari. Sottolineo ancora una volta, e che sia evidente, che ospedali delle dimensioni di Fasano, Ostuni e tanti altri non possono più essere mantenuti in esercizio in quanto il sistema di assistenza sanitaria è palesemente mutato. Alla domanda “volete voi un ospedale da 300-400 posti a servizio di un'area vasta capace di governare i casi di complessità senza trasportare pazienti?” non esiste nessun uomo politico o amministratore saggio che possa impunemente affermare no. Le direttive ministeriali su questi argomenti sono stringenti e ci porteranno da qui a qualche mese ad avere la prescrizione di chiusura di tutti gli stabilimenti ospedalieri con meno di 120 posti letto. Quindi la sorte di questi ospedali è segnata a favore di un piano di edilizia ospedaliera meridionale che, per quanto mi riguarda, attiene alla realizzazione della tanto attesa struttura ospedaliera di cui sopra. Ma, come detto, anche se le cose stanno così, io, pur fidandomi di quanto gli uomini dicono ma per garanzia di ciò che è stato detto accada, abbiamo chiesto e ottenuto che l'ostaggio ospedale di Fasano venga tenuto in vita. Perché questo manifesta la credibilità di un progetto per la realizzazione di una struttura ospedaliera delle dimensioni che ho detto altrimenti consentire nel frattempo la chiusura di un presidio ospedaliero significherebbe alienarsi elementi di credibilità su un progetto di edilizia ospedaliera che come ben sapete riceve parecchi attentati molto interessati da chiunque voglia sostenere che ciò non sarà realizzato. C'è quindi la necessità di tenere un ostaggio in vita. Però è evidente e deve essere chiaro che per mantenere in vita una struttura ospedaliera in tempi in cui siamo in piano di rientro per cui c'è il blocco del turnover, in una regione che non è in grado di far prendere servizio al primario di oncologia pediatrica a Lecce, occorre che alla resistenza amministrativa attuata per la realizzazione del nuovo ospedale corrisponda una sorta di resistenza medica per tenere in vita l'altro. Dobbiamo sacrificarci tutti». Soddisfatta dell'esito dell'iniziativa Stella Carparelli«E' stato un incontro proficuo – spiega la candidata sindaco – in cui ho sentito il dovere di farmi carico del colloquio e farmi interlocutrice in un momento così delicato. Credo che quando un cittadino si propone ad un ruolo importante come la guida della propria città debba poi espletare tutto ciò che gli compete per diventare interlocutore a tutti i livelli di governo e quando si parla di ospedale è chiaro che si tratta di quello regionale. Ho avuto occasione di discutere di problemi concreti con il presidente Vendola e gli assessori Amati e Attolini. Vorrei puntualizzare alcuni passaggi del colloquio. Intanto partire dal dato che le strutture come quelle di Fasano non possono immaginare un futuro di lunga sopravvivenza per la semplice ragione che queste strutture piccole non possono essere dotate di strumenti innovativi e complessi che si richiedono nell'approccio all'ammalato e al paziente. Ecco quindi come dobbiamo ambire a una struttura nuova che offra garanzie. E a noi interessa che questa nasca vicino Fasano a garanzia, comunque, di un vasto territorio. Abbiamo anche condiviso un passaggio relativo all'utilizzo dell'attuale ospedale di Fasano che dobbiamo cominciare ad immaginarla nel futuro. Potrebbe essere comunque usata come presidio di sanità ma in forme diverse. Abbiamo avviato in questo incontro un discorso sul futuro di una struttura che ricade al centro della nostra città e che quindi non può essere abbandonata. Un passaggio determinante è quello della resistenza. Tutte le parti sono chiamate a resistere: la politica, il cittadino ma anche i medici. Ho toccato con mano il fatto che quando a dialogare sono le parti giuste e ognuno fa quello che è necessario fare le soluzioni si possono trovare. Abbiamo due punti fermi: quello che l'ospedale non chiuderà e quello che, se questo dovrà accadere, è perché avremo una struttura migliore. Dobbiamo intenderlo come percorso virtuoso che la città deve adottare in modo positivo e su cui vigileremo». Amati ha anche dichiarato di aver convocato per il prossimo 14 maggio la task force impegnata negli studi di fattibilità per la nascita di quattro nuove strutture tra le quali quella nei pressi di Fasano.
di Alfonso Spagnulo
19/04/2012 alle 02:37:00
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